Il cancro alla prostata rappresenta il più comune tipo di cancro nella popolazione maschile.
Sempre nuove armi vengono date agli urologi per affrontare e debellare tale patologia. Ad oggi, i pazienti affetti da cancro alla prostata allo stadio iniziale si trovano a poter intraprendere due strade: la terapia radicale, con tutte le possibili complicanze sulla sfera sessuale e urinaria, oppure la sorveglianza attiva dove la malattia viene monitorata e trattata solo quando diventa più grave.
Ad oggi una nuova arma è arrivata sul mercato, chiamata Tookad. Brevettato in Israele, e oggi commercializzato in diversi paesi europei, è arrivato anche in Italia.
Il trattamento è rivolto soprattutto ai casi di cancro della prostata a basso rischio e rappresenta uno degli stadi più comuni tra i pazienti con diagnosi recente. Un’importante sfida nella gestione della malattia è evitare la progressione a un grado superiore, con rischio più elevato di metastasi e mortalità, preservando allo stesso tempo la qualità della vita dei pazienti (in particolare le funzioni urinarie ed erettili).
Si tratta di un trattamento a minima invasività basato sulla foto-attivazione: un laser non termico a bassa potenza provoca necrosi tumorali senza danneggiare il tessuto sano, andando ad occludere rapidamente i vasi sanguigni entro il raggio d’azione di 5mm delle fibre ottiche.
Come si interviene?
I pazienti ricevono una infusione endovenosa di Tookad, successivamente, delle fibre ottiche sottili vengono inserite nel tessuto canceroso e viene attivato una fascio di luce laser.
L’illuminazione attiva il farmaco che distrugge le cellule tumorali, senza danneggiare le cellule sane.
Il farmaco viene totalmente eliminato senza residui tossici, tre o quattro ore dopo il termine della la procedura che dura circa 90 minuti. Ha ridotto significativamente il riscontro bioptico di tumori di grado superiore, e di conseguenza, molti meno pazienti sono passati alla terapia radicale, specificamente chirurgia o radioterapia.